i monaci vestiti. i
monaci vestiti: si definiscono – sono così, non chiedono
esattezza. a cosa porta il migrare, c'è termine, di ogni – si
definiscono. non saranno silenzio, solo zitti. è sufficiente. non
parlano di come possedere il lutto, le poltrone estensibili, anzi,
inerti – angolazioni, simili a quelle di una bara. stanno lì,
prendono il fuoco a schiena eretta, fino alla giunzione, genuflessi,
con la spada nella schiena – fino a quando non cadono, di lato, a
mani non rivolte verso il petto, all'incrocio – chi porta il
peso, all'ironia,
perché lo porta, di brutalità,
chi lo porta a noi, a chi si
deve, ricezione del segnale – offri
una pagina che non si trova, promossa nell'inserzione. dall'esterno
tutto sbaglia, tutto sembra incidere. fuori danno uno spazio
indeciso, ma ci sono – riducono il passaggio terminale: l'argine è
un canale di scolo decompresso, rilasciato con violenza dal
diaframma, adesso libero, si avvale di pagine-con-strappo, non
recuperate, di schienali rivolti verso l'alto, del loro peso – non
sazia il mare, non produce che terra. qui si scontrano le onde, fino
a qui arriva la voragine. posizione del mondo: vacanza senza
interruttore, di chi si avvinghia – parlando di impugnature, di
colpi, di quanto non siano
interessanti, impostati nel gioco, parabolici, poi tesi, spesso al di
là della rete. lo perderemo molto presto: è una cornice – cosa
offri, quando spara, si estrae, dipana il corpo:
per caso la vedesse, tornando indietro, verso di lui, nei muri
circolari, nelle tende distratte dal sole, dentro, dove è scuro,
nelle mani che prendono, afferrano maniglie, tirando fuori viti, poi
vetri, a pezzi – come si possono chiamare i vestiti? come può
qualcuno dirsi vestito, dichiarato esperto dalla legge? – volendo
ravvedersi. ancora l'incostanza dei passi, dei tasti che si premono.
le caffettiere spariscono, non ci sono. ora la finiamo, questa è una
pausa, l'ultima – guardando fuori, quando fuori c'è, il fuori, che
ti insegna, si confonde nel dirti qualcosa, quello che devi
dimostrare, cosa conoscere, il fenomeno, l'esemplificazione, l'esatto
riferimento – penso alle vacanze. trattenendomi.