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martedì 27 gennaio 2015

s.m. - entelechia



se mi assicurate l'immunità dalla ragione - nella solitudine di quella sente i guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale di fuoriuscire - dice distorsione dell'esperienza - sapendo, avresti saputo che pone, dissolve il senso e l'unità del soggetto, e coincide con tutto - ovviamente deve fare scintille -  

è successo, cos’è successo - la guerra come sinonimo di questa guerra - la permanente, spogliata di durevole, passività arelazionale con l’Altro e col mondo - infatti ogni vivente isolato rimane nella contraddizione in cui soccombe - il processo storico in perdita che non crolla mai -

un grandangolo per iniziare a pensare la propria resistenza la propria persona il proprio 'nonostante che' - io sono solo quello che crediamo sia vero - invece è una tossina vagante - scrive che organizza la genesi delle soluzioni stesse, senza contare gli stilemi esistenziali, le interrelazioni semantiche, i contrappunti psicologici - come dialogo tra briciole di varia natura, sapendo solo ciò che quei trascorsi salveranno: -

sparsa a guardare - si ferma, non scava una mancanza, non prescrive una lacuna da colmare - esso è anche il ritorno, poi colleziona innesti, assidui, dei momenti in cui ci troviamo, nei momenti in cui non ci troviamo -  la verità ecco, proprio per questo la scrive, ma non per acquietarsi al processo del soggetto al suo discorso, alla sua sessualità e intorno al procreare del delirio -  

il suo speculare, il primo a fare testo del testo, risiede nei termini del linguaggio, può essere svegliato da un tentativo ripetuto e traumatico - mi lascia cadere, a me - non nasconde, parla un sadismo martirizzante attivissimo - l’imperfetta mentalizzazione degli stati di eccitamento maniacali la sottende, è contaminata dal sussistente -

il criterio del vero è il precluso, il consistere statico -

essere giovane, se l'età mentale, risulta essere catastrofico, è, sebbene possa propriamente essere inversamente proporzionale all'età biologica, senza rimedi - il corpo - non solo dalle persone, non è in grado di sottrarsi -  a ogni concezione del negativo, è l'essere del mondo nel modo di essere - è perduto, ma proprio per questo vede niente e cede, a tanto più arrendersi al possibile - è vuoto, scrive, che lo leggono -  si alzano presto al mattino a determinare il male -   

je suis là pour vous dire non -

può essere, con il mondo da descrivere, un'esistenza da criticare, mentre la lotta, vittima di un dubbio generalizzato e proteso a cancrena, è non avere pretese - di sconfiggere il carattere incongruo - infuturibile, vasto ed epidemico

è vero quanto l'addio - cerca la centesima volta, non sopporta più - il cadavere della fine, come un prisma, filtra l'esperienza depressiva distorcendola mentre un altro, che si sparga la voce, oblitera un’impaziente voglia, può aspettare secoli per risvegliare un'eco vitale -
interrogare le immagini - bisogna avere nessuna voglia di toglierle perché consideriamo arte come si vede, niente di più, niente di più, della personalità che, in una misura, è la nostra compassione -    
ognuno è puramente casuale, ma essere 'degli altri', testimoni inoculati della sincope che avviene nel mezzo di una coscienza, come ogni mezzo tra vertice e abisso, è un processo di assestamento spesso indulgente, cioè di sopravvivenza - in generale, molto meglio il crollo e la contiguità orizzontale delle cose -

è proprio per tutti i crimini commessi che tiene conto dei giorni di attesa, sicché gli occhi stanchi - sono ufficialmente da dire -

l'idea matta, durata più di un'ora, di andare innanzi col mondo - smantellarne uno -   

scrive su un esserci determinato, sebbene essa non sia pigrizia, ma spirito di discorso ipotetico - verrà il suo tempo, un qualsiasi pronto soccorso -  qui, se è reciproco, non è la sua comunicabilità immediata a chiunque -  bisogna starci e le carte in cicatrici, impulso morboso a rompere - il linguaggio e la sua tipica dittatura -  

inviluppato nel torturare un sogno disperato, inimmaginabile, e nell'avere nuovi occhi - ammette le oggettività ideali -  fa bene ad astrarsi dalla 'gran massa' come l'uomo dalla personalità multipla -  è il male possibile di aver dimenticato ________________________ riempire lo è - se si esclude aprioristicamente la realtà -  spiegare l'accezione che è contaminata dal linguaggio -

con l’Altro e la propria resistenza della parola, ma piuttosto come un deraciné che non si fa meno vuoto, nel senso delle persone -  quelle che i miei simboli, le mie relazioni interpersonali -  speciale di te l'ho detto che stanno morendo tutti -  

l'implosione è un attonito, tranquillizzato, tipo funzionale di comportamento -  il tetro puro dei dati non - i miei segni, i miei sintomi - soglie e quindi finite, prive di spazio -  in un qualsiasi oggetto si vede niente di durevole -

che cosa intende, quando qualcosa ritorna, ti rendi conto dell’abisso che lo determina - un altro - un altro che è un palindromo in quanto problema -  in questo vuoto scava una specie di riflessione e ragionamento, ma poiché vede dappertutto una lacuna da imparare, qualcuno che discorre del sottrarsi -

quando il dolore non cessa - di essere qualcosa, bensì qualcuno che dura in uno stato ripetuto e qualcosa di traumatico segue qualcuno - ovunque - audelà du nom propre - nel nostro grido qualcosa spazia -

nostro compito è come dovrebbe - vedere il crollo e ciò, precisamente - sa dove abito -

memory is a blind spot da radere, defigere, revellere - affinché il morbo non continui - a coloro per coloro che temono _______________________ riempire lo smacco freudiano, è reciproco - nei soggetti, la loro possibilità di ciò che è altro, mentre la lotta per la verità - siamo complici di ciò che è morto -

resta la problematica scommessa del nudo, il caustico bionegativismo - l'iter suddetto ricalca pienamente quello delle cose intime: il primo a conferire valore al vuoto fertile è l’ultimo che se ne va - je ne veux pas obstinément - l'effetto disforico segnalerebbe una malattia della scrittura - la parola stessa è contrassegnata dalla salute della mente che la invalida -

ti chiamo sindrome da avere, da leggere -  

se si fosse eterni e possiamo farlo soltanto se possiamo farlo soltanto se si traduce comunque in atteggiamento emozionale che pervade ogni discorso e la pratica in perdita - pluralizzare, polverizzare - che è imparare ad imparare: se è falso, combatti -

in the beginning was the pun -  perché sei, è, una citazione -  come quelli che cercano un modo radicalmente cattivo come sinonimo di “essere tristi” -  il dovere e i suoi giochi gravi - con tutte le fissazioni narcisistiche strettamente soggettuali - resta il crollo e in dialettica col mondo, contro qualcosa che non ha mai importanza - per qualcosa di nuovo -  

con etica intendiamo la natura faustiana di ognuno di noi - questo essereassieme dissolve completamente il singolo, doppio taglio - nella scrittura, della scrittura - disloca il suo intreccio - per quanto riguarda la funzione salvifica della conoscenza: una nicchia speciale di sussistere sia ancora di riserva -    

nessun attimo può sapere ciò che possa essere, sempre, essere svegliato da una concezione del mondo non plausibile -  sebbene essa sia -  continuare eternamente contrari, non eterni, a non acquietarsi -  imponendo un tentativo di vista della necessità -  

après tout, je ne sait comment petits pas nulle part nul seul - je ne sait comment petits pas nulle part pas à fonctionner bruyamment dans leur matérialité première, qui tourne dans les mains, rien dans les mains, rien dans les mains, rien dans les lieux du langage correspond -

tout est dit, on vient trop tard e proprio per zero fa zero -  come oggetto si enuncia - e adesso è adesso -

non spetta immediatamente al mio alter ego, dopo - esperire il nome di un paese guasto ad un incrocio – è un’area riservata al transito - l'accelerazione con cui un corpo discende, la scomposizione della forza nel marciapiede inclinato come - quando il nome di un pensiero, il vero, non è questo innominabile - con l’Altro, io, domani sarà insopportabile - language may well be a distorting mirror, but it is still fucking coming -  



mercoledì 21 gennaio 2015

text / ross priddle. 2015

 
impossible objects, poincaré projection,
no pants romance, rectified
readymade, vancomycin, i want
to spend a penny, brodificoum,
pansemic, phatic expression,
grooming talking, aizuchi,
hydnora africana, deconstructing
communication, altx, a strange
hand, the fold signify, le sien
d’helene, montata, cheese and beer,
title tweeze by sarah joy,
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complete sets for redistribution,
industrial post office, please
divulge the works, occupy
fluxus, centenario cavellini,
twenty-fourteen, moreno stamps,
douglas galloway, sabadell,
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divulge it please, this is not
art, plastic techniques,
rushing the envelope, spot the
diff, david be rude, decay prod,
thenty, calle de la bòbila,
sole meunière, homeless
calgarians to explore, loupe,
fitviavi-compounds,
muscimole, profiterolles,