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Visualizzazione post con etichetta nel malintendere. Mostra tutti i post
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giovedì 5 settembre 2013

sotto peggiori paragrafi (18, 23, 25) / fabio teti. 2012

dell’abreazione, e più in dettaglio, che si desidera una spiaggia appartata, per trovarci una bottiglia vuota e assicurarsi che il messaggio è sparito e tuttavia poterlo leggere ugualmente: bisogna avere il coraggio di ammettere che la dignità dell’impulso ricevuto da uomini in numero di dieci è disporre di una serie di oggetti in comune, di fatto una sequenza estranea al potere immateriale degli interessi responsabili e all’inerzia di un’anima astenica (seguiva qui altra frase malintesa, come «amarvi gli uni gli altri in riluttanza sul necesse»). ma è possibile vivere? ovvero, se non è in questione la morte, e lo è, se sono in gestione le ombre e non coloro che hanno appreso la musica di questi parti, perché no? ma ecco finalmente la prova che lo scritto è per chi avrebbe bisogno degli altri: «se sono è solo ascoltando»,

intendiamoci, un simile combattimento è molto meno interessante di quanto in genere una mantide s’immagini, palpabile nel buio, senza gambe o con una, malcompresi, anche, i termini della sua pubblicità, senza rumore o con sei battiti sul verderame, gronda senza, una forte volontà di spuntarla, perché semmai con una grossa propensione al fallimento: donde il sospetto di una calda e malsana, saliva, cui non discende né una mezza convinzione in se stessi né una sponda per l’individuazione del nemico. in ogni caso è il maneggio che vi rende disgustosi, e lo spettacolo sempre; ciò nonostante, in una prova successiva di loconozione nel-del carcere, oppure, nel-del cercare, si potrebbe assistere alla ridistribuzione dei confini di ogni atto d’amore e di ogni fossa comune segreta (quello che aveva l'intestino, voglio dire, in camera, srotolato, non è più in grado di influenzare la tendenza stabilissima dei sassi). e niente, non era giusto e farlo giusto, galleggia in aria alcuno banco di nebbia, cattura le cose malvage che impazienza o un’altra volta ti sconosce, non esitare pertanto ad andare. è chiaro che un tale contorcersi di vermi, i virus dandoci lezioni che non sappiamo imparare

mercoledì 6 febbraio 2013

domenica 27 gennaio 2013

b t w b h (come si ricorda?) / f.t. 2011


a s.
le dette in maggio, da Tauber, 
ripeti: a ogni estremità del corridoio.
ripeti: a ogni estremità del corridoio 
c’era un dentista. ripeti: c’era un dentista
che strappava dai corpi. ripeti: 
che strappava dai corpi 
i denti d’oro. – e queste 
in questo, tenère, e le altre;  
viale con coppie, 
sopra; con molte lu

domenica 16 dicembre 2012

b t w b h (blind spot, retches, ὑποτείνουσα ) / f.t. 2009-2011



è in strada e niente scalzi, ai nervi no
piattino, non l’angolo con quella mutilata –

alberello | bachelite | samarìdio

o mette avanti lui pellicola diversa fa interfaccia
con le alghe che attillate, là ai satelliti cascati, le meduse
fra i pilastri della circonvallazione:
cosa detta è massacrata, qui
se in altro ordine di appunti (puntuazioni)
l’occhio ha visto sé nel vetro

bocca ha chiesto se occhio avere
visto il proprio – in questo – punto cieco


* * *


o no ed è fatto con
to sui conati – miocloni che ne vanno
 in dato darsi l’orrore di passare passando
le due dita sul costato, che ne costa se coeso
a cataste, di disgregati, l’infesto letto sul retro
magnete del foglio, slegare, nemmeno, nequire,
il nervo teso sotto allaccia qui ad inchiostro e tabacco,
una tazza di nestlè le ossa bianche che lascia,
di ch’è composta -plice -cata e dirsi avendole
predate, la stessa
mano che adesso t
i ad esso ti s
trozza


giovedì 6 dicembre 2012

b t w b h (focale) / f.t. 2009





adesso scarica              però pisciando è preso
nello scarto di focale a lato
della lente        è registrato il dilatarsi di ombre
fitomorfe oltre il vetro smerigliato               potrebbe
essere l’echinocacto lasciato      dal locatario precedente
o la testa            senza corpo di   






martedì 28 agosto 2012

sotto peggiori paragrafi (I-III) / f.t. 2012


mi ha fatto un animale, una macchina, una macchina, un animale, come posso assicurare che sia io il responsabile di tutto? e se è una poesia che ho nel mio vecchio cerchio di dolore generato dalla morte di un capello, ho scritto ma è lo stesso anche a causa delle guerre dei segni: perché io, a sua volta, porta alla morte e vi si lascia inoculare senza i vari arredamenti, le applicazioni, dimenticate, per l’espulsione di rifugiati a vario titolo nell’incubo cotidie di bruciato il ragno della, verità, ma mai la tela del regno

centripeto e così in astratte e le scanalature inferiori del piano detto astrale, in cui è il divario di transizione o un’altra formula a scavare all’improvviso un panorama di corpi celesti e di sangue. prepararvi un proprio moto, in luogo, ma una catena anche umana e girare in ogni caso non contando su quell’aggettivo, comune a tutti, o peggio o meglio. invece, si ha giusto una vaga idea della guerra poi coinvolti in un dialogo da strada, e come prorogati o postergati a un’estensione permanente della pressione diastolica e sistolica dai vostri, piccoli conti controllati dai computer, negli eoni con successo

infine, è stata accettata, o non lo è stata. la gente chiama lui un umano, o altro di simile, purché lo si assimili, ché in le scoperte fuori quello toglie cosa solo solo antropomorfa ma gestita dalla scienza come vera: si sta distrutti hanno creato pensa proprio una cassetta, di sicurezza, per l’abuso di potere e la semplicità della larghezza di banda. poi alcuni, di voi o senza ricorrere a dell’acqua, non si ricordano ma niente della tenia né del fuoco: eppure, la passione morale è una parte naturale del corpo come il seno o un’ascella o le dita se lasciate senza pròtesi

martedì 17 luglio 2012

b t w b h (εἰς ἑαυτόν, no, répondez s'il vous plaît) / f.t. 2012


ché qui cosa diventa, la frase «il mondo esiste»

più ioni e zone del disfarsi, della disfigurazione, del film
di «il mondo esiste». il router per falluja,
uranio e tolti gli occhi, la testa dentro il sacco

questo è detto e questo è guasto, il questo proprio.


non è quel mondo e le interfacce, di glifi:
anche è richiesto dal robot, dimostra di non essere
un robot : derclitic, iighatic, ionssùr, eriodo
attuale, maastrichtiano, età oscura della terra
(la distolta – la distorta – la distale):
è una domanda – lo è? – non poter fare
e fare come si potesse, ancora dire,
né come dove: ominazione, smessa è stata
smessa – rivà in sé -gmenti, qui -guìta, -minata?
dopo giorno dopo giorno e
meno zanne, nihilati, miniata
in reintentarsi
. . .

domenica 3 giugno 2012

b t w b h (ἐκϕέρω, cul-de-sac, angolo d'incidenza) / f.t. 2009-2011


immagini anche quelle come con le
ali i piraña, ridanno ora sfondati, dei vetri,
un getto di soldi per questo per molto
nascondere la stanza quella lorda nell'ascolto
dato agli indici o una permuta, invece, dei dati
qui se il dubbio nello spazio è dello spazio, seguìto
è un ragno oltre lo schermo vede i cavi
poi la polvere, l'incàvo
lì sarebbero le lampade
infilate, le chimiche, nell'ano,
le spaccate sulla pelle,
il fosforo che
brucia



giovedì 3 maggio 2012

b t w b h / f.t. 2011


quarto e quinto da gastro (conato)
(costato contro il freddo) – uno ha il joystick
gli altri giù nello scotòma – non è una
scelta, sapere, o è una scelta, la frase: attraversando
il corridoio è attraversato, la frase: citofono
sentito con il nervo, e sottovoce chi da dentro
«amècche, bengasi, zabí almi». la frase allagamento,
da questo, né come; fino al
balcone va che è un margine
di corto, guardare, – non fa
vedere chi le ha dette le parole
della mosca masticata
nel sonno
. . .