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Visualizzazione post con etichetta differx. Mostra tutti i post
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domenica 17 maggio 2020
mercoledì 22 aprile 2020
domenica 24 agosto 2014
domenica 27 luglio 2014
domenica 20 luglio 2014
mercoledì 2 luglio 2014
domenica 22 giugno 2014
mercoledì 18 giugno 2014
martedì 17 giugno 2014
0269 (differenze) / differx. 2014
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differx
h.
08:31
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domenica 15 giugno 2014
sabato 14 giugno 2014
mercoledì 11 giugno 2014
lunedì 28 aprile 2014
mercoledì 19 marzo 2014
Dec 31st chant / differx. 2008-09
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h.
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venerdì 21 febbraio 2014
forse non tutti sanno che. (annotazione) / '14
Forse non tutti sanno che
La scrittura di ricerca spesso è limpidissima, trasparente, transitiva: Costa, Tarkos, Mohammad, ...
Si capisce. Tanto, anzi parecchio. Se la si legge. Specie in alcuni casi.
Avranno i lettori voglia di avventurarsi in tali casi?
No?
Come faranno allora a continuare a dire che non si capisce?
lunedì 27 gennaio 2014
sguardi, distanze, spazializzazioni. note su alcune letture / silvia tripodi
Tempo fa conclusi
la stesura di alcuni appunti con due domande: cosa deve o può ancora spiegarci il visibile, cosa può o deve (ancora)
spiegarsi lo sguardo?
Riflessioni che
scaturivano da alcuni scritti di Merleau-Ponty sulla percezione; in particolare
su come tra soggetto e oggetto potesse avvenire una relazione organica che
tentasse di definire – in qualche percentuale – il superamento di
dicotomie ed estremi ontologici, rivolgendo l'attenzione su eventuali azioni di
scrittura e letture estetiche di opere che pur schiudendosi alla
contemporaneità, non fossero tuttavia destinate a costituire in modo esaustivo
o definitivo fondamenti e istanze, ma suggerissero comunque criteri e indicatori estetico-linguistici. Scrivevo di
uno spazio-mondo, di uno spazio-gioco entro cui organizzare traiettorie di
uno sguardo differente sulla realtà. In sintesi, organizzare il sensibile,
contempla anche questo; insieme a criteri di azioni e attraversamento dei fatti, del visto, del non
visibile, che richiedono una presenza, una cognizione acuta che accosti
porzioni di reale a porzioni di virtuale, margini possibili di manovre in una
territorialità anzi in una extraterritorialità – entro confini –
virtuali, politici anche, non sempre noti o identificabili. [...] il modo è l'innesco di un protocollo di estraneità.
prendere la distanza -- avere una visione dall'alto -- mirare ciò di cui
si è parte -- le unità di misura (i confini politici). [1]
Ciò che configura
la cifra politica di un linguaggio della contemporaneità, si fa anche carico di
sintomi, di figure in ombra – quelle di un'intimità dislocata, aliena-ta,
lontana dal soggetto e rivolta alle cose.
Una soggettività
che in qualche misura mette l'io fuori fuoco, ne definisce forse, con più
nitidezza, le disfunzioni, i sintomi; un
io che (in un contesto contemporaneo) sospenda ogni interesse per
l'essente affinché, paradossalmente, esso sia. Una scrittura contemporanea
è in definitiva (e indefinitivamente) l'epigrafe in motu di se stessa. Descrive
la propria deiscendenza. Pur gettando l'io fuori campo, lo colloca nel
mondo, vive dell'intersoggettività, dichiara la sua presenza nella comunità, ne
organizza azioni, configurando innumerevoli scenari di combinazione del
possibile (l'infinito della situazione). Emblematico, per esempio, è l'utilizzo che Francis Ponge fa, in
Nioque de l'avant-printemps, del simbolo matematico dell’infinito.
Oh solitudine
zeppa di elementi muti, tutti fissati al proprio posto, senza sguardo,
paralitici, è qui, qui dove tutto un paesaggio mi incravatta e mi prolunga le
spalle a destra e a sinistra, qui dove per esprimersi ha soltanto la mia voce
(qui dove non mi devo troppo difendere da animali pericolosi), è qui che sento la mia
ragion d'essere.
Il
Paesaggio ∞* grandi nodi colorati di bistro, rattrappiti e paralitici
(infermi) sotto i rabbrunamenti bluastri, sotto i voluminosi pensieri
provenienti da ovest. [2]
Sostituendo la
"oh" lirica con il simbolo matematico dell'∞, Ponge forse tenta di utilizzare così come
direbbe Braque, una regola che corregge l'emozione, trascendendo classicismo e
romanticismo attraverso il primato dato alla materia e ai simboli ad essa attribuiti e di sostituire l'io lirico con il primato dell'oggetto,
facendo esclamare l'oggetto stesso, ovvero la natura, dando voce a ciò che appartiene al seriale, alla
ricorsività, alla coazione dei cicli naturali. Nioque de l’avant-printemps vuol
essere nella sua interezza un documento strutturato in una serie di
annotazioni; ne possiamo leggere ulteriormente qui in una nota di Marco Giovenale sul blog recognitiones-ii.
[…] L’oggetto, terzo
termine attraverso il quale trascendere classicismo e romanticismo, trova
posto (compiendosi) dentro l’opera stessa; è il contrappunto tra la portata
politica dell’opera (opera che descrive se stessa con l’ingenuità e semplicità attraverso le quali la natura si manifesta) e lo slancio, l’emozione,
l’aspettativa dell’avvenire, quale elemento
– naturale, volitivo – di
cognizione del mondo […]
martedì 24 dicembre 2013
sei libero / mg. 2013
continuano
a dirgli sei libero sei libero, intorno cascano, continuano. dozzine,
facce note, no, sei libero sei libero, più lui è libero più intorno cadono,
giovani vecchi maschi non maschi, tutti, bassi alti nani commercialisti
farmacisti giocattolai, mezzi, chissà, mezzi chissà, una carneficina, non è chiaro
come funziona, forse sì forse no comunque. sei libero lui è incastrato, due
montagne di morti, mica si muove
[da Questioni di contenuto, inedito]
sabato 28 settembre 2013
the shape of the field / mg. 2013
is it really (only) “visual
poetry” the thing I deal with?
I realize I'm absolutely interested in signs, traces, borders,
explanations, asemic areas, glyphs, arrows, cacography, alphabets, open fields,
blurred images, distant grass, abstract figures and movies, glitch in sound and
vision, ripped cardbox, scratched wood, scratched tapes, uncanny machines, lack
of meaning, naive drawings, art brut, lowres shots, random shots, bad photos of
notes and things, boring manuscripts, boring explanations, boring graffiti,
handwritten lists and instructions, weird diagrams, diaries, “action writing” /
action painting, mixed excerpts of any kind, verbovisual chaos, contradictions,
plain statements, twisted sentences, heaps of words, chalk drawings, empty rooms,
empty squares, pseudo-fields of forces, found items, readymades, unfinished
sketches, bad prose pieces, cut-up prose, diagonals, bunch of diagonals, ugly
scribbles and doodles, fake math, stains and lakes and wires and snakes of black
ink, ideograms, fake ideograms, cursive overwriting, collapse of sound, and
noise, superimposed images, collage, digital collages, disturbed texts, écriture,
walls and sheets of words, handwritten papers, rough handwriting, incomplete
transcriptions, photos of manuscripts, scanned fragments, bad scans, arte
molto povera, installances, lost leaflets, dirty ones, old and new
ephemera, marginal events, short movies, b/w works, out-of-focus, stones,
written stones, my bad English...
all of this stuff is what I try to mix, write, pick up, store, and
I'm against editing, post-production, bellettrisme, wise
quotations, meta-language, mimicry, novels, serious art, and
I DO REJECT HI-RES.
what do I have to do with all of the thousand hi-res & calligraphically
rendered online landscapes? first of all, I have some actual landscape offline.
and: I’ve no time at all.
___’d better go fetch errors and misshapen signs, traces, borders, ...
lunedì 16 settembre 2013
"mail artists and visual poets", di Jim Leftwich: una delle più ampie collezioni di materiali
Pubblicato da
differx
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16:12
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martedì 27 agosto 2013
_Six Months Ain't No Sentence_ by Jim Leftwich @ differxhost "BOX"
differx and differxhost [see here and here] host right now the books 01-50 (from year 2011 to year 2013) of "Six Months Aint No Sentence", texts and works by Jim Leftwich
[+ a file by John M. Bennett, re-working on J.L.'s texts]
All the pdf files are freely downloadable here.
(CC) Jim Leftwich, 2011-13
acknowledgements:
announcement here too:
Pubblicato da
differx
h.
23:06
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