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Visualizzazione post con etichetta inediti. Mostra tutti i post
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domenica 7 ottobre 2018

Da: Ridefinizioni - Giorgia Romagnoli (2018)



Giustificazione

Quando insonni i tappi alle orecchie, ma è interno il rumore come se il cuore esplodesse e sentire il flusso del sangue e gli altri fluidi. Dentro camera anecoica. Il traffico fino a notte fonda. La parole dette per ferire. Vivere cercando di prevedere le conseguenze di ogni azione.

Si cerca ovunque una - a un dolore.


Amaro

L'inizio è solo in bocca
Che si sposta dietro al palato,
Nelle cavità e le riempie.

- Cos'hai da dire, a tua discolpa?
Se si scambia un sentimento per l'opposto

Il dispiacere
Nerofumo
Il sapore della china
La medicina è     (-a)



Ricordare

perfettamente soltanto le cose che ci hanno fatto male/ o passato è già distorto?

Un fatto degno di essere     (-to)

O impossibile il contrario

come ape
incastonata nell'ambra/
pece nera/
nell'ombra

riposerà

rilascerà

***
La foto è stata scattata qui.


martedì 3 gennaio 2012

incanto / stefano guglielmin, 2011


vendo monade con vista. e occhiali
d'oro per letture preziose. oppure scambio
con piatti chiari e amicizia. cedo
camicia lunga per forza.

compro messo comunale. cerco
macchina per lavanda gastrica e manganello
nuovo. cancello precari per decreto.
rimuovo vetri dopo carica black bloc.

scambio mercante veneziano con fante
genovese. cedo repubblica di platone
con cavalleria. cerco gentile signore
per maieutica. astenersi perditempo.

compro corpo smontabile per serate
a villa certosa. affitto lauto banchetto
e tavolo con mammella. cedo silenzio
o scambio con incantevole nickname.

cerco uomini a novanta gradi.
vendo termometro vaginale pininfarina.
compro bacilli caseari per fecondare zecchini.
elaboro motori a cappio e ghigliottine.

venerdì 16 dicembre 2011

da: "senza paragone" / gherardo bortolotti


senza paragone 13


01. simili alle scritte sui muri, alle ere del loro sovrapporsi, come se gli scorci urbani potessero, in prospettiva, proferirne il senso, quando tutto sarà finito

02. diversa dall’ostinazione dei giorni, dalla trama velleitaria che le cose si piccano di mantenere in piedi, occupando in silenzio le tue stanze, l’ufficio, i marciapiedi di viali periferici trafficati, in cui ti riprendi da lunghi pensieri sottotraccia, da catene di associazioni slogate, di visi, di brutte figure, per evitare una donna che passa, il palo della luce su cui qualcuno, in un giorno lontano, ha attaccato un adesivo e qualcun’altro, successivamente, un altro ancora e forse un’automobile, sbandando, ha rotto il faro i cui frammenti, senza capire, ti trovi a fissare dispersi, impolverati, quasi preziosi

03. non diverso dal centro commerciale, d’inverno, di sera, quando le luci dei fari si muovono nei viali del suo parcheggio e per pochi minuti si accendono, come scene di vicende spaiate, concitate, le istantanee senza senso di famiglie che salgono in macchina, di donne con il carrello vuoto, di sacchetti della spesa appoggiati per terra, accanto al bagagliaio dove, nell’ombra, sembra muoversi un cane

04. come i giardini sul retro delle villette a schiera, gli angoli in cui qualcuno ha lasciato un rastrello, appoggiato al muro percorso da crepe, macchie, segni di corrosioni microscopiche e incessanti

05. pari al suono della sveglia, che innerva la finissima tensione superficiale del sonno, la dissipa all’istante e ti rimette in posa, sullo sfondo della realtà corrente, nel mezzo di scene di interni, ricordi, occupazioni transitorie e ti inizia a una sequenza spastica di eventi, inarrestabile, votata al sacrificio del proprio giorno, alla consumazione del tempo e delle occasioni, mentre, superando la porta della tua camera, il cono degli impegni, delle stipulazioni che hai in corso con ciò che è vero, ti precede in bagno, in cucina, lungo le scale che scendi