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giovedì 27 luglio 2017

Ho scritto una lettera...

di Donald Bathelme

Ho scritto una lettera al Presidente della luna, chiedendogli se lassù ci fossero zone a rimozione forzata. La polizia aveva portato via la mia Honda e questo non mi era piaciuto. Mi ci erano voluti settantacinque dollari per riaverla, più il senno. Avete mai notato come i carri attrezzi prendano di mira le automobili molto piccole? Li avete mai visti trascinare via una Chrysler Imperial? Certo che no.

Il Presidente della luna rispose cortesemente che lassù non c’erano assolutamente zone a rimozione forzata. Il senno, aggiunse, sulla luna costa soltanto un dollaro.

Beh, avevo un gran bisogno di senno quella settimana, così risposi scrivendo che sarei potuto andare lassù nella primavera dell’ ‘81, se lo shuttle spaziale avesse mantenuto la sua promessa di porcellana, e di tenere al caldo un po’ di senno per me che ne avevo bisogno, e avrebbe potuto interessargli un secchiello di costolette in salsa rossa, che avrei gentilmente portato se lo avesse desiderato?

Il Presidente della luna rispose che sarebbe stato molto lieto di ricevere un secchiello di costolette in salsa rossa, e che il suo codice di avviamento postale, se mi fosse servito, era 10011000000000.

Gli telegrafai che avrei portato alcuni pacchi da sei di birra Rolling Rock da bere con le costolette in salsa rossa, e, a proposito, qual era la situazione degli appartamenti lassù?

Era pessima, rispose banalmente, gli appartamenti costavano circa un dollaro l’anno, sapeva che era molto, ma cosa poteva farci? Erano appartamenti con quattro camere da letto, disse, tre bagni, biblioteca, sala biliardo, scantinato e terrazza che si affacciava sul Mare della Prosperità. Forse avrebbe potuto farmi avere una diminuzione sull'affitto, disse, dal momento che ero un amico della luna.


La luna cominciava a sembrare un posto piuttosto carino. Inviai un dollaro allo Shuttle Spaziale Hurry-Up Fund.

Picchiando violentemente su un tronco cavo con un taglio longitudinale sintonizzato sulle frequenze lunari, gli feci domande su impieghi, copertura medica, pensioni, scudi fiscali, carte di credito e conti correnti Christmas Club.

Ricevuto, trasmesse dalla luna, un dollaro copre tutto, e se non ha un dollaro glielo presteremo attraverso il Maggiore Meccanismo di Sviluppo Lunare.

Che mi dice della guerra e della pace? Mi informai tramite i piccoli circuiti ALGOL arricciati che avevo saldato personalmente sul mio computer Apple.

Il Presidente della luna rispose (con un MIRV’D metaphor) che il tris era all'incirca lontano quanto lo sarebbero stati loro in quella direzione, e all'incirca quanto sarebbero andati loro, se avesse avuto qualcosa da dire al riguardo.

Gli dissi tramite squadriglie di angeli con specifiche istruzioni che avevo l’impressione che avesse tutto sotto controllo lassù e avrebbe per caso considerato la possibilità di diventare il nostro Presidente? Anche part-time eventualmente?

No, disse (in una doccia di asteroidi di auto usate con adesivi da paraurti blu e verdi), la nostra campagna elettorale sembrava nuocere ai candidati, comprometterli. Cominciavano colpendosi l’un l’altro sulla testa con pneumatici Russians, o dicendo cose estremamente ridicole a proposito degli alberi. Non gli sarebbe dispiaciuto di essere Dizzy Gillespie, disse.

Pubblicato originariamente in: "Notes and Comments" The New Yorker, 27 ottobre, 1980 e in seguito nella raccolta "The Teaching of Don B." Turtle Bay Books, 1992
   

trad. g.r.

sabato 22 aprile 2017

Ciaran Carson - Punteggiatura







































Questa notte gelida sta tremolando con linee e angoli, invisibili
  traiettorie:

Tremanti, gessosi, diagrammi geometrici, cancellati nell’istante
  in cui vengono schizzati,

Ma persistono nella mente. I colpi, gli echi, sono come
  fruste, e quando trasali,

Non sai più da dove è venuto. Questo proiettile, c’è il tuo
  nome sopra?

Per il momento, tutto è un’incognita, un vuoto non ancora riempito.


Camminando nello spazio nero tra le stelle, evito le
  crepe sul selciato.

E nel vuoto tra i semafori, la mia ombra sembra
  attraversare. Posso

Vedere la mia mano, un miglio avanti nel futuro, sta giusto per girare
  la chiave nella serratura,

Quando un’altra ombra salta fuori da dietro la siepe, andando,
  puntini, puntini, puntini, puntini, puntini ….

di Ciaran Carson, da Belfast Confetti (Wake Forest University Press - 1989) pag. 64
traduzione e disegno g.r.


mercoledì 5 aprile 2017

venerdì 10 febbraio 2017

Un coro a tre voci





























“Un coro a tre voci” è una libera traduzione di testi di Mandel’štam, Nabokov e Brodskij ed ispirato a “The idea of north”, un contrappunto radiofonico di Glenn Gould.


giovedì 2 febbraio 2017

da: conferenze sull'impraticabilità del mondo / simona menicocci




è sottratta una durata, dunque schiacciato, è così schiacciato tra la rincorsa dei mezzi e al contempo privato del respiro necessario, e con esso la fatica, la persistenza delle polveri sottili, il doppio lavoro, se e come e quanto un curriculum divenuto sentimentale possa dar conto cioè dire, poniamo, nella posizione giusta per stare, impossibile, riappropriarsi del godimento di imparare, quantomeno, immaginarsi – e nel far questo, questo tenere, e nello scrivere, produzione e prolungamento di un mondo, come habitat (della retribuzione, della vulnerabilità), mai guadagnatosi un diritto, in una eterna, il presente, proporre di rivendicare, continuamente frammentato, che il neoliberalismo impone e raramente attualizzato come prassi, non ha bisogno di uno svolgimento per acquisire valore, in fondo l’avvenire, scriveva, non è che una frase che avanza, continuerà come ritmo, senza però postulare, abita e stabilisce, per così dire, un fuso orario autonomo, sottratto, è quello che resiste alla logica dell’agonia, che vorrebbe una perenne e progressiva caduta verso la morte (confine, disoccupazione, bancarotta, come se non fosse già ovunque attorno a una guerra, malattia, su cui una polis, su cui una misura differente, che cosa può essere, allora, e come fare, che possa essere usato e disperso, fatto di frasi, senza criteri scientifici di selezione o pretese di esaustività, motivo centrale è, al pari del microscopio o del telescopio, la realtà in flagrante, lo stato di permanente ricostruibilità del mondo visibile è anche il luogo di una perversione: ecco, ho cercato di maneggiare, ecco, ho cercato di maneggiare, ogni oggetto, è in continuo montaggio, un continuo, fondamentale, in questa concezione, è il procedimento dal basso, rimanere al ceto di partenza, in tutti questi casi ci troviamo di fronte a un intento, un vedo concentrato in ogni materiale, intendeva il materiale come qualcosa da cui si potesse attingere più volte, è fatto con frammenti di realtà organizzati in soggetto, che si cristallizza, si rivela, si smonta.



alcuni, il terzo punto da confutare è che chi lavora, e non solo, non può darsi linguaggio, immagine, guerra, privati, di un linguaggio, un primo passaggio significativo è smontare, come atto deliberato, intenzionale, non è lineare, procede per discontinuità, coltiva la possibilità di un rifiuto a mettere in ordine, nel compost, il mondo, qui gioca un ruolo, qui non vota da 4 anni, da 4 anni cerca lavoro nella disbiosi e quali cause allora, dissentire tutto, dall'olocene al piloro, il dottorato è solo su Tasso, o la mano sulla coscia, in aula come in taverna, brachialgia, e, nei casi più gravi, coinvolgerà un pubblico virtuale, dire solo sì o no, no, ma, e questo andrà a creare una pressione sulle strutture, studiare l'analfabetismo di ritorno, col tablet per il prelinguistico, il massacro di riempire a piacere con minoranze a caso, e ci sono pure vari tipi, non si difendono o si difendono male, proprio per questo l’erniazione e altre ragioni di natura, geografia, e quindi abitazione, quindi cavitazione, ovvero le svariate conseguenze dell'atto del lavoro, in inglese, come fertilità, quindi animale da reddito o da monta, bello e bravo, si raccomanda, o era invece un troll, un ministero, a sua insaputa, intanto permette una pulizia per asportazione, durante questo periodo le articolazioni non scrocchieranno, dopodiché sarà ancora possibile, il messianismo è tutto italiano, se d'altronde, una filosofia della storia che concepisce il tempo come tempo a termine, non sviluppa una diagnosi del presente, non c'è altro, come non vivere mai, peggio, si intende la fuoriuscita dalla sua sede, storia, decisamente dolorosa e altrettanto invalidante, protrusione – ovvero una sociopatia – che crea altro.



a Niccolò Furri

le ipotesi erano dirette a Gorino, Gorino in epistemologia indica la premessa non necessariamente vera di una dimostrazione, il mero fatto che il soggetto, propriamente, sia sempre dentro, le barricate, condizioni che minano, o che vorrebbero ostacolare, la vita, e significa, sempre, siamo suscettibili, in misura crescente, esponenziale, automatica e sistematica, non è una questione di razzismo, e non è una questione, con quale responsabilità politica, ad esempio, ancor prima che filosofica, si ha il coraggio di ricordare, ammettere di non aver sentito troppe risposte all'altezza di queste domande, benché non ne abbia nemmeno io, com'è evidente, contempla perfettamente l’idea che il divenire un nullatenente non sia una remota possibilità, nessuna sporgenza per una presa, eppure ci sono punti di resistenza invisibili dappertutto, ciò su cui preme qui insistere, tuttavia, è che insistere ad esistere in questa barbarie, che secondo le deplorevoli strumentalizzazioni di queste parole, dipende da un determinato insieme di condizioni simboliche e materiali, una presenza, evidentemente ingombrante, ha prevalso, il suo famoso detto "hypotheses non fingo" (non invento ipotesi) vuole escludere, chiudendo l’accesso e arrivando a impedire, il paese vive soprattutto, sono un fatto, ma non isolato, ci sono sempre esempi più gravi di questo, non è un esempio, le proteste, le rivolte, le sassaiole, gli attacchi incendiari, è invece proprio questo a parlare, arriva alla verità solo con il ritrovare se stesso nel totale smembramento, tutti, d'altronde, prima o poi, è ciò che ci accomuna in quanto, niente, al proliferare ininterrotto e convulso di differenze e novità, paure, il sottotesto implicito è che rende la vita invivibile, ripeto: non parlo, si tratta di un’affermazione che leggo come un modo, dirimente, al contrario, è osservare, che ne è del fatto o del fatto di essere, ontologicamente dipendenti e tuttavia politicamente arrabbiati, o sfiniti, d'altronde la politica, se d'altronde, è la morte che è, vivere una vita umana, entro canali di perfetta e innocua docilità, sottilmente plasmata, o pesantemente indotta.  

giovedì 26 gennaio 2017

elettrogenica 1 / roberto cavallera. 2017


disciplina infantile di mistiche mute e dive inesistenti sempre più lente gradive nell'aumento dell’attenzione (leggere di decomposizioni alcaline dal naturale processo verminale che diffama ogni alterazione). dei due mondi, uno è quello nuovo yx. la febbre costante genera alcune ipotesi, nessuna delle quali di conforto. solubili ai fatti, metromanti dalla resistenza cool s'accalcano al club equivocando l'odio, i fracassoni zyklon nel senso in cui va preso TIII. B Zombie dall'alcoole buono tagliati da un purissimo pubblico che nemmeno esiste il vivere decente è indecente se impiegato come nell'esempio a47 trasformazione impotente e senza titolo, salti di gioia indicativi di una certa cattività - noi, ad es. non si festeggia mai - la rappresentanza specifica dell'incontinenza guardate voi «confesso il miscuglio manifesto, little girls dùofuà » all'incirca quel verso - vegetabili poi rilasciati al montaggio script smeraldino si palesa sulla pagina era il 198? Tavola XI esprimente gli esseri umani motivo di frequente preoccupazione incontrammo una lieve resistenza (CFC 1) viventi, avete pensato ovvi pensieri a seconda di discriminazioni civettuole e distinte contigenze rilascio liquido e inserimento o patto di desiderio per la comprensione immediata, l'elenco dei brani si altera sulla copertina - alcuni riconoscono il foglio la libertà sopraffina, malposta, dibattito fra imitatori della parola scritta new realease d'etère d'ossìsolfo (acido di violazione refrattario al trattamento sino all’iperbole» una espressione di n. a n. rettificato il discorso sulle tecniche di loop insoliti - adottate un senso - la lampadina che manda luce, termod. d'incongruenza al canto molti grecismi ad alta voce il messaggio luminoso allora, la polizia dei venuti dopo. governabilità aumentata di dieci minuti - alla grande con orari fissi ed etica dei fluidi - hanno determinate esigenze - materiale dei fili etere acetico (ossiacetico) studio di grossi universi, molto grossi - correnti estreme e senza compromessi - leggere gramsci a casa degli sposini mod - tecnologia senza perdita - 259: rendere per risentimento. Elenco dei diversi interessi ed argomentazioni. se il caso, mettere invece di nascondere. trasmissione d'un crimine sottile sottile, una foglia, un oro, fat32 e maieutiche moderne. musica di tutti i tempi per tutti i gusti - e senza fili - il diametro piccolissimo a6| Elenco di alcune Farmacopee sperimentazione di un amore che passa a fatica - dlspensatori antichi ancora usati per la loro forza, la spinta forgiata fra le quadrighe le riprese li immortalano travolgere il gruppo in una performance pazzesca "air art estrema a65: trasmissioni che descrivono un colore - a66: favole di k. dal grande alambicco. si chiama delectatio una gran parte per il tutto, mi morosa: Tavola X. Del peso richiesto dalla base per tenersi su. tanto specifica l'attesa che si moltiplica sfinendosi altri direbbe solforico differimento, proverbialmente aereo nitro selfie dell'oscuro miscuglio ballerino Tavola XI il contemporaneo anacronista: «il contemporaneo ha intensità e gusto molto ragionevoli Tav. XII Sulla pressione delle ganasce tav xiii pippiolina rist in un brodo di giuggiole - promessa di non leggerne mai più - minimazurka al buio dove più lucente risulta il tempio, teatro esemplare per altre luci e stelle da amare solo da grandissime distanze, come è giusto che sia



sabato 21 gennaio 2017

Porà - rivista (numero zero)



Esce oggi il numero zero della rivista Porà.

Pubblichiamo tre testi di Dmitrij Aleksandrovič Prigov e una foto di Aurora Di Napoli.

Porà è una rivista aperiodica. Circola attraverso email inviate in Ccn. Pubblichiamo poesia, prosa, nuove scritture in italiano o in traduzione italiana accompagnate da un'opera visiva.

Per informazioni o per ricevere Porà scrivere a: pora.rivista[at]gmail.com
La partecipazione è su invito.


Redazione: Aurora Di Napoli, Giorgia Romagnoli

Elaborazione grafica: Aurora Di Napoli

(La rivista è totalmente gratuita e non ha scopo di lucro. Tutti i diritti riservati agli autori.)