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martedì 16 agosto 2011

La Ratta, indice / Günter Grass


Il primo capitolo

in cui viene esaudito un desiderio, sull’Arca di Noè non c’è spazio per i ratti, dell’uomo non avanza che spazzatura, una nave cambia nome ripetutamente, i sauri si estinguono, entra in scena una vecchia conoscenza, una cartolina invita a partire per la Polonia, c’è chi si allena alla stazione eretta e possenti ticchettano ferri da calza.

Il secondo capitolo

in cui si dà un nome ai maestri falsari e i ratti diventano di moda, la fine viene contestata, Hänsel e Gretel scappano via, il Terzo Programma trasmette notizie su Hamelin, qualcuno non sa se deve mettersi in viaggio, la nave getta l’ancora nel luogo della disgrazia, dopo ci sono le polpette, blocchi umani bruciano e popolazioni rattesche ingorgano il traffico per ogni dove.

Il terzo capitolo

in cui si compiono miracoli, Hänsel e Gretel vogliono urbanizzarsi, il nostro signor Matzerath dubita della Ragione, cinque amache sono occupate, il Terzo programma deve tacere, a Stege ci sono i saldi e in Polonia la penuria, un’attrice del cinema viene canonizzata e i tacchini fanno storia.

Il quarto capitolo

in cui si dice addio, un contratto è maturo per la firma, Hänsel e Gretel arrivano, si rinvengono cacche di ratto, regna un’atmosfera domenicale, è l’Epilogo, alcune monete d’oro sono in soprannumero, Malskat deve andar soldato, riesce difficile staccarsi dalle donne e la nave getta l’ancora davanti a rocce cretacee.

Il quinto capitolo

in cui una capsula spaziale è in orbita, il nostro signor Matzerath vede nero, la Ratta denuncia una mancanza di paura, la città di Gdańsk rimane esteriormente intatta, le donne litigano per le meduse, Hänsel e Gretel chiamano all’azione, l’educazione del genere umano continua e viene pronunciata una laudatio.

Il sesto capitolo

in cui l’uomo-ratto diventa pensabile e viene sognato montando la guardia, la Ratta si dimostra pratica dei luoghi, l’erba casciubica lussureggia, le donne viaggiano sotto falso nome, subito dopo lo sgombero incomincia la storia postumana, la sorgente d’errore viene ravvisata in me, il Grande soldo ha il potere e Wilhelm Grimm un’idea.

Il settimo capitolo

in cui viene tenuto un discorso davanti al Bundestag, i Sette Nani sono degli individui, cinque donne sbarcano e vogliono fare un’esperienza, a voce alta e sommessa cantano le meduse, il nostro signor Matzerath arriva a destinazione, Malskat fa ginnastica gotica nel coro superiore, solitaria la Ratta si lagna, la Bella Addormentata si punge col fuso e la nave getta l’ancora sopra Vineta.

L’ottavo capitolo

in cui trascorrono cinque minuti di silenzio, il compleanno segue il suo corso, la Ratta parla di eresie, il cucù canta nel film e nella realtà, le donne si fanno belle, Oskar striscia sotto le gonne, quasi tutto trova la propria fine e sulla Montagna del Vescovo si erigono croci.

Il nono capitolo

in cui le donne rivivono, il paese è senza governo, regna una fame divorante, due mummie con accessori vengono traslate e dopo di ciò comincia l’agricoltura, ratto uccello e girasole sono una sola immagine, gli uomini esistono solo per finta, qualcosa sboccia, butta e si avviticchia per ogni dove, Oskar si intromette di bel nuovo e dopo la prima rotazione consonantica viene celebrata la festa di ringraziamento per il raccolto.

Il decimo capitolo

in cui durante la cerimonia viene giù un temporale, il nostro signor Matzerath si fa valere, la Ratta suggerisce che il relitto alla deriva sia carico di segreti, il Principe se la squaglia, da Hamelin ci sono novità, i ratti in spessa folla si aspettano grandi cose, nessuna posta reca notizie da Travemünde, ma all’inizio della nuova era suonano le campane.

L’undicesimo capitolo

in cui i Venuti diventano sedentari, il sonno incantato finisce orrendamente, a Hamelin un parto trigemino suscita meraviglia, nel processo di Lubecca ai falsari viene pronunciata la sentenza, l’Isola dei Granai è troppo angusta, ancora una volta il nostro signor Matzerath ha previsto tutto, i Watsoncrick mettono ordine e – siccome la posta porta buone notizie – la musica consola.

Il dodicesimo capitolo

in cui una carrozza viaggia nel passato, due vecchi signori parlano di quei tempi, c’è un’altra Damroka dai riccioli belli, si collezionano pezzi da museo e s’ingrassano ratti, una triste notizia turba la festa di compleanno, Solidarność vince, ma niente rimane dell’uomo e l’ultima speranza si dilegua.



[da: Günter Grass, La ratta, traduzione di Bruna R. Bianchi / ©  Einaudi 1987 e 1997]