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sabato 24 marzo 2012

corrado costa, da "l'equivalente" (1969)


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(o esiste o non è visibile dall'altra parte che si colloca nel buio che non ha un versante verso di me che riproduco nell'atto di riprodurre me colloca il padre non cessa non si ripete continuamente paralizzato verso uno stato che si ritrae o viceversa non è in grado è all'interno e così si sposta a sua volta in direzione estrema in cerca di qualche cosa che risulta ferito aperto chiuso o collocato di fianco immerso nella sua parte mancante dove c'è sabbia cauta che non siamo sicuri che si muove sta per trasalire ribollire o se ne sta composta di minutissima sabbia dentro una degradazione lungo il cerchio in leggero movimento che non ha orli si stende nella superficie dell'acqua consistente di un cerchio all'origine che presuppone uno nell'altro interno dal di fuori che degrada fuori dentro di sé senza che nessun punto sia il punto centrale e il suo spostamento è il suo luogo unico e identico in tutti i suoi diversi avvenimenti che sono la sua origine il suo punto centrale per principio per ordine frammentario o disperso:
o se ti piace immaginariamente si può pensare ricercare ragazzo essere pensati essere cercati uno interno a uno di me che sta parlando con insistenza interno a un'origine di me a un ipotetico orizzonte centrale, anche se nessuna origine di me è il mio punto centrale e lo spostamento è il luogo di tutti i punti me o meno me che sono a caso immaginariamente un me che continuamente si ripete in un sistema equivalente idoneo a riprodurre padre sabbia organismo o città o distruzione o in atto di riprodurre me come successione che ritorna a livello dell'acqua)


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All'inizio io mi contraggo e la mia contrazione non si vede all'esterno, non consiste, può consistere, è l'inizio è nascosta come una specie di congegno, esiste versa dentro una forma quadrata senza angoli nessuno dei suoi lati è percepibile e la mia percezione è il suo limite estremo che non si intende è o non è possibile percepire in una serie successiva la cui determinazione occupa il posto che non posso determinare: ma è dentro è chiuso dove mi contraggo immobile colpito conversatore che sto seduto cerca di non intervenire di non rappresentare di non descrivere, solo stabilisco misure di misuro, relazioni di misure che esprimo che non esprimo (*) (             ) ragazzo.
Perché non sono, non coincido con il posto che occupo con l'impercettibile lato fissato prima dell'inizio, prima della mia contrazione prima di qualsiasi computo delle mie scale temporali: io dico: prima dell'accadimento che non accade (
) cercherò di spiegare


[tratto da The Complete Films, Le Lettere, 2007]